Da jornu a jornu

24 ore di canto improvvisato

XIII festival regionale di canto a braccio.
Borbona 15-16 settembre 2018

La ripetizione continua degli schemi rischia di far cadere l’attenzione delle persone così i bei momenti e gli eventi interessanti passano quasi in sordina senza lasciare traccia nella memoria. È per questo motivo che Maurizio Ragni e Giampiero Giamogante propongono ogni anno formule nuove di esibizione per i poeti improvvisatori che da tutta Italia si danno convegno a Borbona il terzo sabato di settembre per il Festival Regionale di Canto a Braccio che quest’anno è giunto alla XIII edizione. E quest’anno la proposta dei due “soci”, come amano chiamarsi tra loro, è stata veramente una scommessa col tempo e con la forza. Si è cercato di restituire ai poeti l’ambiente più congeniale al canto e così il palco si è trasformato in pedana, le aste che sorreggono i microfoni hanno lasciato il posto a tante sedie disposte intorno a un tavolo e il pubblico anziché sedere davanti ai bernescanti li avvolgeva letteralmente da ogni lato. Un’atmosfera particolare al confine tra una vecchia osteria e un moderno spettacolo ciarliero come se ne vedono tanti nel televisore.
Tutto è cominciato alle 11 di sabato 15 allorquando la prima ottava è risuonata nella grande tensostruttura messa a disposizione dal Comune di Borbona e la rima ha cominciato a fluttuare di bocca in bocca senza mai cadere da lì alle successive 24 ore. Regista e maestro di campo è stato l’incrollabile Giamogante che senza mai lasciare il tavolo suggeriva temi, organizzava contrasti e coordinava poeti e suonatori perché tutto andasse per il meglio.
La bella prova si è svolta senza intoppi; i poeti non hanno mai abbandonato la scena a costo di “sonnecchiare” tra una sedia e l’altra e il pubblico non è mai mancato e c’è stato perfino chi, indefesso, ha ascoltato per tutto il tempo senza mai cedere alla stanchezza.

I poeti si sono sfidati senza la consueta ansia da prestazione che un palco importante come quello borbontino procura anche alle lingue più sciolte permettendo un notevole miglioramento nella resa poetica di tutti gl’improvvisatori presenti e assicurando a tutti un sano divertimento.
Stendere un elenco di tutti gl’intervenuti è un’operazione ad alto rischio mnemonico perciò ci limiteremo a segnalare tra i presenti il decano dei poeti borbontini Paolo Cioni e l’ultimo entrato nella schiera canora, borbontino anch’esso, Angelo Morbidelli che ha cantato pubblicamente per la prima volta dando prova di abilità, competenza e simpatia. Tra gli altri ha fatto il suo ingresso in scena l’attore romano Luca Pellino che leggendo delle ottave tratte dall’Orlando Furioso spronava i poeti al canto chiedendo un commento estemporaneo ai versi ariosteschi appena declamati e si è cimentato con ottimi risultati nell’improvvisazione poetica in ottava rima Giovanni Kezich direttore del Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michele all’Adige che, sceso per una conferenza a Monterale, si è trattenuto coi poeti per l’intera durata della kermesse.
La manifestazione si è chiusa alle 11 di domenica 16 settmebre con l’intervento della banda Concezio Colandrea di Borbona che ha rallegrato tutti con delle bellissime marce.

Sono stati importantissimi il sostegno della Proloco Borbontina che ha assicurato i pasti, le bevande ed il caffè bollente.

A seguire alcune foto dell’evento tuttavia è possibile trovare un ampio reportage a questo link.

One thought on “Da jornu a jornu

  1. Bello, la posizione in cerchio è popolare, quella a platea reazionaria e nemica del popolo 🙂

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