Il maestro “Felicino”

Quando il passato profuma di futuro

L’ottava rima tra i Monti Pallidi
Cavalese, 2 ottobre 2017
Il maestro Felice Acquisti presenta il suo libro

Eravamo abituati al canto improvvisato tra le valli appenniniche dell’Italia centrale e mai avremmo creduto di dovere annoverare la Val di Fiemme tra le località nelle quali l’arte bernesca è conosciuta e apprezzata. Ci siamo dovuti meravigliare di un maestro elementare, oggi in pensione, che ha cercato i poeti estemporanei per presentare le sue memorie.
Siamo così partiti alla volta dei Monti Pallidi per conoscere il maestro Felice Acquisti originario di Anghiari ma cavalesano da oltre cinquant’anni che ha voluto raccontare in due corposi volumi la storia della sua vita dalla Valtiberina alla Val di Fiemme.

Figlio di un oste il maestro Acquisti ha passato l’infanzia e la gioventù nella trattoria di famiglia e proprio in questo ambiente è entrato in contatto coi poeti estemporanei, di cui rammenta ancora nomi e soprannomi, che si intrattenevano fino a tarda sera a cantare sui temi più disparati.

Così il maestro racconta nel suo libro la poesia improvvisata:

Durante i mercati diversi contadini, mezzadri o proprietari, dopo aver mangiato si fermavano in trattoria a cantare l’ottava rima deliziando tante persone che li ascoltavano con piacere e stupore. Generalmente erano due cantori, due antagonisti che sceglievano in comune accordo un argomento che rispecchiava la realtà contadina, paesana: il padrone ed il contadino; la suocera e la nuora; il credente e l’ateo; la moglie grassa e quella magra; la moglie fedele e l’amante giovane. Il primo che iniziava, cantava la prima ottava in rima, (8 versi) senza leggere, inventando momentaneamente le parole adatte per esaltare il ruolo assegnato ed il secondo doveva rispondere subito in rima con un’altra ottava mettendo in evidenza i motivi di difesa per il suo personaggio antagonista. Il canto durava anche diverse ore sullo stesso argomento e tutti i cantori bravi evidenziavano la facilità, la ricchezza di linguaggio, l’acume, la cultura alimentata dalla frequente lettura praticata nelle loro case, specialmente nei periodi invernali. Alcuni erano capaci di spaziare e destreggiarsi con sicurezza fra tanti argomenti diversi, cantando fino a sera tardi in trattoria, per poi tornare a casa nei poderi a piedi. Mi vengono in mente due, tre migliori cantori, ossia poeti estemporanei, scelti dagli spettatori: un pecoraio detto il Pecoraino ed un coltivatore diretto del casolare Poderuzzo: Valentini, che spesso gareggiavano, alternandosi, per meritarsi l’applauso più fragoroso. So che negli anni 80 era stato invitato, ad Anghiari, alcune volte, per cantarle, proprio il signor Benigni, conosciuto come comico ed in particolare come regista pensando al bellissimo, delicato, suggestivo, significativo film: La vita è bella.

Marco Betti e Lorenzo Michelini improvvisano a Cavalese

Siamo arrivati a Cavalese in una soleggiata sera di settembre; ospiti del maestro Acquisti, siamo andati a cena in un locale accogliente e lì abbiamo “scoperto” la passione di Felicino per l’ottava rima e i suoi ricordi, freschissimi nonostante il tempo  trascorso, delle diuturne contese poetiche tra i tavoli della mescita. Ci ha particolarmente colpiti il desiderio del nostro ospite di far conoscere ai suoi concittadini quest’arte povera e complessa che rappresenta ed è, senza dubbio alcuno, un’eccellenza culturale toscana. L’indomani abbiamo incontrato due classi della scuola media che, già preparate all’attività che si sarebbe svolta, ci hanno messi alla prova con temi impegnativi e hanno interagito con noi nel canto degli stornelli.

La sera del 29 settembre è stata dedicata alla presentazione del volume “Quando il passato profuma di futuro“. L’uditorium dell’istituto La Rosa Bianca era quasi completo. Dopo i discorsi istituzionali e poche parole del Maestro è toccato a noi che armati di chitarra e gnacchere abbiamo dato inizio all’esibizione con delle ottave di saluto alle quali è seguita una breve spiegazione tecnico-storica dell’improvvisazione poetica. Il pubblico, numeroso e attentissimo, ci ha poi assegnato dei temi sui quali improvvisare. Abbiamo quindi improvvisato degli stornelli e delle terzine sulla falsa riga della Divina Commedia. Lorenzo Michelini ha cantato anche una serenata dedicata a tutte le signore presenti.
Al termine della serata è venuto a salutarci Angelo che ci ha chiesto di andare il lunedì seguente al laboratorio sociale di legatoria dell’A.N.F.F.A.S. di Cavalese che lui frequenta e dove il Maestro Felice fa regolarmente volontariato.

Lunedì 2 ottobre puntuali come orologi svizzeri siamo andati dai ragazzi dell’A.N.F.F.A.S.
L’accoglienza è stata calorosa e la partecipazione totale. Diversamente dalla serata di venerdì agli stornelli e alle ottave abbiamo fatto seguire una storia improvvisata in quartine e costruita a mano a mano che arrivavano le indicazioni narrative dai presenti coi quali abbiamo chiuso l’esibizione coinvolgendoli nel ballo del trescone.

Si è conclusa così la nostra breve esperienza in Val di Fiemme dove abbiamo tessuto i nostri semplici versi tra i monti nei quali gli gnomi tesserono al tempo che fu la luce della luna.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.