Tre frati alla cerca

 

Ifrati da cerca, o zoccolanti, o dispregiativamente detti frati zucconi, erano religiosi appartenenti all'ordine dei francescani, o frati minori, che non avendo ricevuto l'ordine sacerdotale vivevano in convento e si preoccupavano di andare alla cerca per provvedere alle necessità della loro comunità grazie alla bontà del popolo. Sui frati da cerca circolavano molte storielle specialmente in ambito mezzadrile poiché sebbene fossero rispettati erano sempre visti come coloro che andavano a prendere parte delle risorse faticosamente coltivate. Ne "La protesta dei contadini", canzone popolare molto diffusa nelle campagne toscane, si assiste all'elenco di una serie di figure che vivono "sulle spalle" del contadino che vede scemare la propria raccolta perché le donazioni incidevano sulla parte spettante al mezzadro e non su quella spettante al padrone padrone. In Casentino e Valtiberina invece una ninnananna recitava:

Babbo artornate
che l'è passato un frate
un frate cappuccino
che l'ha porto via la pappa e 'l pentolino

Babbo artornate
che l'è venuto un frate
un frate dala Verna
che c'alloggia e ce governa
che ce dà 'n pezzo de pane
che 'n se moia dala fame

Babbo artornate
che l'è venuto un frate
un frate dala Verna
che c'alloggia e ce governa
che ce dà 'na bella fetta
de pan bianco e de pulenda.

Babbo artornate
che l'è venuto un frate
un frate dala Verna
che c'alloggia e ce governa
e che al citto gna lasciato
qualche noce e 'n po' de cacio.

È facile immaginare che questi frati fossero oggetto dell'ironia e del popolo come dimostra questa composizione dell'intramontabile Niccheri, al secolo Giuseppe Moroni, pubblicata in un libretto Salani del 1891.

Canterò di tre Frati un argomento:
Fra Luigi, Fra Diego e Fra Mariano ;
Tre cercatori parton dal Convento,
Santa benedizion gli da il Guardiano.
La stagione andò bene, mi rammento,
Per la lana, per l'olio, il vino e il grano,
Per l'uova, pel formaggio e per le legna..
E la buona maniera guida e insegna.

Si ritira il Guardiano, e al libro segna
Il dato giorno di partenza a quello;
La passeggiata sua ognuno impegna
Chi con sacca, il barile, o col corbello...
Tutti tre nella gita assai s' ingegna
Chiin Valdarno, a Pistoia e chi a Mugello;
Si dan l'addio fra lor, come conviene,
Dicendo entro di sè: ─ speriamo bene!

Fra Luigi in Valdarno gli conviene
Andar, mentre Fra Diego và a Pistoia;
Fra Mariano al Borgo si trattiene,
Poco mancò non vi lasciò le cuoia.
Impronto colle donne, un vizio tiene,
Par che con gli occhi tutte se l'ingoja ;
Andossene a dormir da un Contadino
Nel Mugello, da Tonio di Brogino.

V'era una Sposa là con un bambino
Belloccia e sgherra, detta Maddalena,
Il Frate le dicea: Quant'è carino!
E sì dicendo stavasene a cena;
Prendete, cara, questo brevicino
Di San Venazio e Santa Filomena ;
Libera vi farà dalle cascate...
E le man le stringea, le dava occhiate!

Poi da dormire domandò il buon Frate;
La Sposa, lesta, domandò al furbone:
Bisognerà, Padrin, vi accomodiate
Ponendovi a dormir col mio garzone!
Ma lui che avea altre idee apparecchiate,
Sentendo per colei forte passione...
Non potendola avere, a farlo apposta,
Sopra di sè ne ricadde la batosta.

Falco notturno, di malizia tosta,
Si spinse tanto addoso a quel meschino,
Che quasi gli ebbe a rompere una costa,
Dicendogli: ─ Stia buono, Sor Padrino...
Ma il Frate che a star comodo s'imposta
Gli riuscì scacciare quel tapino...
E non si tosto quei l'ebbe lasciato,
Il Frate ritrovossi addormentato.

Fra Diego fu a Pistoia ben arrivato,
Girava con la sacca sulle spalle:
Va per Bisenzio, Montemurlo e Prato,
per Borgo a Buggiano e Seravalle.
Non meno di quell' altro è effeminato,
E spesso spesso piglia delle balle !..
Tre vizj addosso tien questo macacco:
Le donne, il fiasco ed annasar tabacco.

Sentite cosa gli ebbe per acciacco,
Cotesto Cercatore bravo e caro...
Pensò di grano vendere un bel sacco,
Col dir che riferrar vuole il somaro.
E' lo vendiede a un tal per nome Isacco,
Questi lo compra, e a lui gli dà il danaro;
Ma con questo intendea saziar sue voglie,
Non d'Isacco però, ma con sua moglie.

Perciò pria di partir da quelle soglie
Disse: Voglio per grazia, un giuramento;
Dio guardi se il Guardiano se n'accoglie
Che non si può portar oro, nè argento;
Inoltre soffrirei gran pene e doglie,
Se risaputo fosse nel Convento !..
Risponde Isacco : ─ Niun qui fa la spia,
La vada pur tranquillo, anima mia!

Isacco paga il grano, e poi va via,
Lasciando il Frate con la moglie sola...
Questi che alfin si trova in compagnia
Con diversi argomenti la consola :
Prendete Sposa, questo in cortesia,
Che vo' vi comprerete due lenzuola...
E in così dire il Frate impertinente,
Tentò dirle altre cose, inutilmente.

Alle lusinghe sue quell' innocente
Non diede ascolto, e il danar gli rende!..
Sbuffava il Frate d'ira veemente,
Cerca persuader, ma non l'intende.
Vattene presto via, brutto serpente!
Dice la Sposa, che con lui contende.
E nella lotta, con un grande urtone,
Al Frate fece fare un ruzzolone.

Ei riprese la sacca sul groppone
Tutto dolente, e disse: Mai più vengo
In tal casa... se fossi sì minchione!...
Parto, vò via davver, non mi trattengo...
Andrò in cerca di grano formentone,
Onde almen ricattar qualche marengo...
Poi prima che tornasse il suo marito,
Fra Diego di colà, se n'era ito.

Fra Luigi, in Valdarno premunito,
Gira quà e là, col panieron dell'uova...
E va frugando l'uno e l'altro sito
Montevarchi, Figline e Terranova...
Ma di andare a dormire ha stabilito,
Che il riposare un poco a tutti giova!
Vede una Fattoria, ivi s'appressa,
V'eran Serva, Fattore e Fattoressa.

Buona sera da Dio vi sia concessa !
Buona sera, Padrin ! dice il Fattore :
Venga pure, la cena è la listessa
Si dà ricetto ad ogni Cercatore.
Il Frate sbircia poi la Fattoressa,
E poi la Serva, e gli s'allarga il core :
Poi mentre assisi a cena tutti stanno,
Gli domandò come le cose vanno.

Risposegli il Fattor: ─ Come l'altr'anno,
La ci tradì questa stagione carda ;
Le rugiade han portato molto danno,
Gran raccolta però la non s'azzarda!
Il Frate che nel core tien l'inganno
Discorre col Fattor, la Serva guarda !...
Ed appena ha finito di cenare,
Chiese tosto d' andarsi a riposare.

Disse il Fattore: ─ Vallo a accompagnare,
Accendi il lume in camera seconda :
Quando le scale incominciò a montare,
Dissele il Frate:─ Siei una bella bionda!..
Vorrebbe con le mani poi annaspare,
Ma quella le sue smanie non seconda!
Allor le dice: ─ O mia bella figliuola,
Guarda sian di bucato le lenzuola !

Presto la Serva la cammina e vola,
Prende le chiavi della biancheria,
Ma prima di tornar dal Frate sola,
Avverte la padrona e compagnia...
Poscia ritorna a lui che una pezzuola
Le vuol donare per sua cortesia...
Prendi, le dice inoltre, un anellino
Che ha l'indulgenza di Sant'Antonino!

Ma la Serva discaccia quel Padrino,
E ai suoi voler non mostrasi contenta :
Si stizzisce costui, pieno di vino,
E di abbracciarla al sen si sforza e tenta!
Sul più bello però casca il meschino,
Fugge la Serva, ed egli si spaventa...
Poscia a forza di sforzi e di fatica
Si rizza, e: ─ Il Signor ti benedica !

Dice: e dolente di sorte nemica,
Vassene in letto sol con tutto il male...
Il Fattor con la Serva si sbellica
Dalle risa, in veder quel bel majale
Tutto indolito e pesto qual mollica,
Dimenarsi col capo sul guanciale...
Al mattino si alza, presto presto,
Per andarsene via malconcio e pesto.

Qui la storia finisco lesto lesto,
Che non vo' più cantare dello strano
Caso successo ora a quel frate o a questo:
Fra Luigi, Fra Diego, e Fra Mariano,
Secondo dice di Latino, un testo,
Tornaron sbertucciati dal Guardiano!..
Volean far buona cerca i buoni Frati...
Ma invece di suonar, furon suonati !..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.