Tra i dolci del carnevale le castagnole sono forse le meno conosciute in Toscana; si cucinavano tradizionalmente solo in quelle zone al confine colla Romagna e manco a farlo apposta ogni paese, per non dire ogni famiglia, aveva e ha tutt’oggi la sua personale ricetta. Di gran lunga più buone dei classici cenci (anche detti chiacchiere o frappe) se ne trova una versione curiosa in Maremma dove, impastate con l’alchermes e ricoperte di zucchero semolato, vengono chiamate peschine e hanno ben poco di carnascialesco dato che vengono fatte in ogni periodo dell’anno e vengono costantemente offerte alle squadre dei maggerini in quella bella e solenne notte che chiude il mese di aprile e apre quello di maggio.
Ingredienti
2 uova
2 hg di farina 00
4 cucchiai di olio (o 40 g di burro)
mezzo bicchierino di liquore (mistrà, sassolino, o brandy)
una presa di sale
50 g di zucchero semolato
lievito per dolci (circa 8g)
scorza di 1 limone (o un baccello di vaniglia)
Preparazione
Amalgamare tutti gl’ingredienti e gli aromi e impastare finché il composto non diventa sodo quindi lasciar riposare sulla spianatoia pel tempo bastevole a scaldare dell’olio in un tegame non troppo largo. Quando l’olio sarà alla giusta temperatura per friggere prendere un pizzicotto d’impasto farne una pallina e immergerla nell’olio ripetendo l’operazione fino al termine dell’impasto. Le castagnole friggono in un paio di minuti.
A mano a mano che le castagnole friggono adagiatele in un po’ di carta per assorbire l’olio eccedente e al termine della frittura mettetele in una ciotola e bagnatele con l’alchermes girandole delicatamente con un mestolo affinché risultino tutte un po’ umide. A questo punto potrete cospargerle di zucchero a velo semplice o vanigliato.