Nocino di San Giovanni

Ricetta appenninica posta in ottava rima da Eutonto Buggera.

Foto in evidenza di HOerwin56 da Pixabay

Il nocino è un liquore diffuso in tutte le regioni d’Italia ed è circondato da numerose leggende perché è legato ai frutti del noce albero considerato in molte culture “caro” alle streghe. Si pensi alla leggenda del noce di Benevento sotto il quale, appunto, tutte le streghe di Italia si riunivano, convocate dalla dea Diana, nella notte del 24 giugno per festeggiare il sabba più importante dell’anno.
Leggende a parte, la noce ha sempre costituito un frutto prezioso per l’economia contadina basti pensare che, per esempio, in montagna benché le castagne cadute da piante poste sul confine di due proprietà fossero diovise a metà tra i proprietari dei terreni le noci di alberi posti a confine appartenevano interamente al proprietario della pianta.
Ogni zona ed ogni famiglia ha la sua ricetta; noi conosciamo quella usata nelll’appennino toscoromagnolo, la postiamo, tradotta in ottave, così come ce l’hanno tramandata.


Nella notte del beatissimo Giovanni1
cercalo un noce dalla chioma folta
salici sopra scalzo e non far danni
e dei malli principia la raccolta
sul numero è ben che non t’inganni
ventiquattro in una sola volta
poi lavali alla fonte più vicina
e lasciali arieggiar tutta mattina.

A mezzogiorno recati in cucina
e prendi un vitreo vaso ben capiente
tre stecche di cannella sopraffina
la buccia di un limone e l’ingrediente
che il sapore ha di medicina2
squarta li malli e dentro al recipiente
poni ogni cosa e zucchera ben bene
poi lascia al sole all’acqua e a quel che viene.

Usa un tappo che chiuda molto bene
per evitare ogni infiltrazione,
scordarti del composto ti conviene
pensa solo ai lavori di stagione
coprire il grande vaso non conviene
e quando arriva il dì di Sant’Ottone3
riapri nuovamente il recipiente
e aggiungi l’alcol ultimo ingrediente.

Adesso chiudi ermeticamente
posa l’infuso al caldo ed al coperto
ma bada di agitare giornalmente:
il vaso fai ruotar con moto esperto
il gusto ne guadagna certamente
e quando sopra gli occhi l’avrai aderto4
osserva con perizia in controluce
lo zucchero vedrai che si riduce.

Il liquore è così che si produce
aspetta fino al dì di San Lorenzo5
serata in cui alla lunare luce
dovrai bagnare quel composto intenso
con acqua a piacimento che riduce
i gradi però adopera il buon senso;
finché zucchero più non ne vedrai
lentamente il liquore rumerai.

Con gran perizia lo imbottiglierai
filtrato bene con un filtro a cono
ma prima di Natale nol berrai:
mescolati i sapori ancor non sono.
Se lo fai bene non marcirà mai
e col tempo sarà sempre più buono.
È questa una ricetta tramandata
e come l’ho saputa l’ho cantata.


Note

1 la notte tra il 23 e il 24 giugno
2 Il chiodo di garofano che, per via dell’eugenolo, ha un odore e un sapore simile a quello di certe medicine.
3 S. Ottone di Bamberga festeggiato il 30 giugno
4 Da adergere che significa sollevare
5 S. Lorenzo 10 agosto

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