Si ricanta al Circolo Aurora
Arezzo, 27 gennaio 2018
Credono in molti che la tradizione sia morta e sepolta e tendono a “musealizzare” le poche spontanee manifestazioni “popolari” che ancora si osservano cercando di cristallizzarle in forme più o meno codificate che a nulla servono se non a rendere vivo in taluni il ricordo del bel tempo che fu. Il resto è uno stereotipo fatto di poco credibili bellimbusti vestiti con enormi cappelli di paglia, camice a quadri e pantaloni di frustagno o lana grossa che danno (ma non lo sono) l’idea di essere più usi al vino che al pane in nome di una tradizione tràdita da coloro che così se la sono voluta figurare.
Tuttavia l’espressione spontanea del canto improvvisato, della musica, del ballo e del racconto sfugge sempre di mano ai suoi “precettori” per ritrovare immancabilmente quello spunto selvatico che rende la tradizione indomita e affascinante tanto per gli accalorati cultori quanto per i curiosissimi neofiti. Un miracolo che si ripete ogni volta che si creano quelle imprevedibili condizioni che solo la sorte alchemica riesce a determinare.
La veglia è come l’erba spontanea: se provi a coltivarla perdi il seme.
Arezzo terra di poesia e di poeti
Ospiti del Circolo Aurora i poeti estemporanei e i suonatori tradizionali sono di nuovo tornati nella provincia toscana che forse più di ogni altra ha pasciuto l’improvvisazione poetica in ottava rima, che nel tempo ha conosciuto un cospicuo numero di poeti improvvisatori e che ancora esprime il maggior numero di poeti attivi in Toscana.
Arezzo terra di poeti che tra il Petrarca e lo Sgricci, il Severi e Guittone culla tra le sue braccia gl’improvvisatori Ivo Mafucci (classe 1930), Franco Ceccarelli (classe 1934), Bruno Grassi (classe 1925) e i tanti più giovani che hanno voluto seguire la strada dell’estemporaneità del verso, non ha dimenticato la poesia; basta fermarsi in un angolo della città e cominciare a improvvisare per vedere la gente assieparsi lentamente e seguire il canto non con lo sguardo vuoto dell’ignoranza in materia ma con l’attenzione critica che in poche altre parti della regione si apprezza.
La veglia al Circolo Aurora
Una veglia bellissima è nata ad Arezzo in occasione della giornata della memoria 2018 al Circolo Aurora in piazza Sant’Agostino dove in un tempo molto lontano non era difficile incontrare dei poeti intenti a ragionare in versi.
La sala era gremita e dopo la veloce cena sono immediatamente partiti i contrasti: padrone, fattore e contadino; il confessore e la penitente; i due innamorati e la madre contraria ecc. ecc. e nell’occasione è stata cantata da Paola Bertoncini la storia di Donato Lucherini “I prigionieri della carbonaia“.
Terminata questa prima parte della serata la palla è passata ai Badalischi che hanno cominciato a suonare senza sosta polche, mazurche e valzer tradizionali affascinando i presenti. Il ballo è partito spontaneo.
Un grazie particolarissimo al Circolo Aurora che ci ha dato questa possibilità, a Dino Chiaraviglio che ha curato la logistica dell’evento e ai poeti Marco Betti, Franco Ceccarelli, Bruno Grassi, Marinella Marabissi, Lorenzo Michelini e Angelo Rossetti. Ma sopratutto grazie agl’intervenuti senza i quali la serata non sarebbe mai riuscita così bella.