Vallerano, 26 agosto 2017
Vallerano, comune alle pendici dei monti Cimini, ha ospitato sabato 26 agosto i bernescanti e i suonatori tradizionali toscani all’interno della magnificabile “notte delle candele“. Grazie all’infaticabile lavoro di Pietro Benedetti, istrionico attore e propagatore dell’improvviso canto, l’ottava rima si è letteralmente elevata sulle teste dei numerosissimi visitatori (qualcuno sussurra che siano stati oltre ventimila…) che si sono a lungo fermati ad ascoltare i versi improvvisati suggerendo temi e contrasti spesso di elevata difficoltà dialettica. Hanno intervallato le contese poetiche le splendide sonate tradizonali eseguite da Marco Giovani alla fisarmonica e da Marco Betti alle gnacchere toscane.
Il bellissimo centro storico è stato illuminato da oltre 100.000 candele che hanno guidato i visitatori tra gl’innumerevoli spettacoli previsti. I poeti erano in via degli orti, una piccola stradella in discesa, sistemati su un grazioso balcone acconciato allo scopo. L’ininterrotto fiume di persone che scorreva sotto non ha minimamente inibito i bernescanti che solitamente in situazioni simili tendono a perdere il contatto col pubblico parte essenziale del canto poetico. L’ascolto è stato attento per l’intera durata della performance durante la quale non sono mancati storie, aneddoti e testimonianze sul tempo nel quale si praticava ancora quest’arte nelle campagne del Lazio e nelle osterie romane. A seguire un sonetto caudato di G. G. Belli che racconta i poeti estemporanei di Roma.
Er povèta a l’improvviso
Er Lanarino è bbravo: io sciacconzento.
Ma ssi ssentissi tu a li tre Mmoretti
er zoppo che futtuto farzamento
je dà, cce resteressi a ddenti stretti
Eh, sse discurre, cristo pe li tetti!,
che jjerzéra, accusí ppe ccomprimento,
bbuttò ggiú ccert’ottave de sonetti,
ch’er Tasso sciavrìa fatto un istrumento
Cantò ’na qualità de povesia,
che ppareva c’Appollo e tutt’er Monte
Parnaso fussi entrato all’osteria.
Sce fesce la cascata de Fetonte,
la morte de Sanzone e dde Golia,
Muzzio Scevola all’ara e Orazzio ar ponte,
la bbarca de Caronte,
er vol de Cruzzio drent’a la voraggine,
e l’incennio de Roma e dde Cartaggine.
Roma, 15 maggio 1833